In tilt il sito per aggiornare le supplenze. Migliaia di docenti precari in ansia. Se questa è la Buona scuola?

di redazione 18/07/2017 CULTURA E SOCIETÀ
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Il mondo della scuola è complesso, articolato, frammentato. Sicuramente cervellotico a causa di scelte spesso opposte e incongruenti compiute in questi decenni da tutti i governi. Ad esempio, esistono i docenti di II e III fascia. Quelli di Prima sono gli abilitati, gli assunti dalle Graduatorie a esaurimento, i vincitori di concorso, vincitori e abilitati presenti anche nella II fascia.

Per quelli di terza fascia, i precari per eccellenza, quelli senza abilitazione ma che ogni anno fanno funzionare le scuole, i supplenti, questa estate 2017 è di passione. Prima, entro il 24 giugno hanno dovuto ripresentare le domande per svolgere le supplenze nel triennio 2017-20. Ora in questi giorni erano in trepidazione perché entro il 25 luglio avrebbero dovuto presentare, tramite il sito Istanze on line, l’aggiornamento delle 10 o venti scuole della provincia scelta per accedere al sistema delle supplenze. 

Ma come molti temevano, quando si tratta di pubblica amministrazione, il sito è da quasi tre gionri in tilt e la scadenza si avvicina. Così in queste ore, migliaia di potenziali supplenti stanno tentando di inserire la loro scelta sulle 10 o 20 scuole dove svolgere qualche supplenza ma il sistema, spiegano i sindacati, è “perennemente inceppato”.

“Stiamo pressando il ministero dell’Istruzione perché slitti il termine ultimo per la compilazione online del cosiddetto modello B: quello che consente al supplente di scegliere le scuole dove svolgere il proprio servizio”, spiega Lena Gissi a capo della Cisl scuola. In quanto i precari stanno incontrando mille difficoltà a portare a termine un’operazione che richiederebbe qualche minuto. La risposta più frequente che dà il sito Istanzeonline del Miur in queste ore è infatti la seguente: “Il sistema è momentaneamente non disponibile, riprovare più tardi”. Una situazione che, spiega una docente, si protrae per ore.

Perché il cervellone ministeriale, a causa dell’enorme numero di accessi contemporanei – si parla di oltre 700mila – va spesso in default e i precari, di conseguenza, in crisi. “I nostri centralini stanno letteralmente esplodendo – continua Gissi – e i supplenti sono preoccupatissimi di non potere completare la procedura”. Da questa domanda, infatti, dipende il futuro lavorativo di decine di migliaia di docenti a tempo determinato che, per via delle graduatorie provinciali quasi vuote in molte province, vedono crescere le possibilità di qualche buona (lunga) supplenza a partire da settembre. Ma prima occorre completare l’iter burocratico per l’inserimento in graduatoria.

I docenti della cosiddetta III fascia sono in possesso della laurea che offre la possibilità di iscriversi appunto alle graduatorie d’istituto, medie e superiori, e avere la possibilità di lavorare sulle supplenze se chiamati dalle scuole pertinenti.

Entro il 25 luglio prossimo, devono compilare online il cosiddetto modello B, quello che consente di scegliere le scuole dove svolgere le supplenze: venti per la scuola media e superiore, dieci per la scuola dell’infanzia e primaria. Ma il sistema sovente entra in crisi e il tempo stringe.

Dal Miur spiegano che “l’invio del modello B riguarda centinaia di migliaia di aspiranti docenti”. “Un afflusso che – ammettono da viale Trastevere – ha provocato effettivamente rallentamenti per l’accesso al sistema. In alcuni momenti è stato registrato l’inserimento di 150 domande al minuto. Quest’anno i tempi di compilazione del modello sono poi più ristretti rispetto allo scorso anno e anche questo ha portato ad una maggiore concentrazione di utenti sul portale dedicato. Anche per questo è stata richiesta al fornitore una modifica al sistema di inserimento che al momento sta funzionando correttamente”.

Spiegazioni che non rassicurano le migliaia di docenti sulla graticola in questi giorni, basta farsi un giro in rete nei gruppi social che raccolgono le ansie, la rabbia e l’incredulità di centinaia di docenti che non riescono a portare a termine l’iter voluto dal Ministero.

In tutto questo le segreterie degli istituti scolastici sono anch’esse sull’orlo di una crisi di nervi, e per un docente che cerca di avere ragguagli, per esempio, sul punteggio assegnato nella sua domanda, risulta praticamente impossibile averne.

La riflessione, triste, è sempre la stessa da molto oramai: Se questa è una Buona scuola?


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